Il bello di quando si scrive un libro è che ogni viaggio è un viaggio di lavoro, andrò a Malta dal 18 al 21 ottobre, in compagnia di un'amica e ne ho un'altra che vive lì. Ho preso un hotel a Gzira, a Nord-Est della Valletta.
7 minuti blu scuri
Anche se la parte che avevo scritto precedentemente riguardo i primi giorni non mi soddisfaceva non l'avrei mai cancellata, è stato qualche bug di sistema o giù di lì a farla saltare al posto mio, mi tocca di ricominciare partendo dai miei appunti purtroppo. Ciò detto ...
Se Malta era in cerca di un titolo un mese e mezzo fa potremmo averlo trovato adesso e potrebbe appunto essere questo. "7 minuti blu scuri" è una piccola frase che mi ha scritto un'amica sulla mano, per dirmi quanto tempo mancasse all'arrivo di un autobus e prendermi in giro sulla mia fissazione per il blu. Il mio viaggio è iniziato da Matera, il giorno dopo che quello in cui aveva vinto la tenzone italiana per la candidatura a Capitale Europea della Cultura. Appena arrivato a Malta già dai primi scalini dell'aereo uno schiaffo di caldo mi ha subito preso in faccia. Umidità incredibile nell'aria, sembra di nuotare. La gente di quel posto - lo scrissi già nella versione precedente - la salva la spinta di Archimede. Già dall'aeroporto ho avuto il mio primo incontro con il maltese, una lingua fatta di arabo mischiato all'italiano del sud. Ho imparato che la "Q" è muta e la "X" si legge "Sch". L'albergo era pessimo, come sempre. Niente WiFi (per questo mi trovo a scrivere ora) e uno speciale televisore che si accende ma non si può spegnere poi. Ciò, notavo già, è molto diseducativo per i bambini a mio dire. Aria condizionata fissa, luci sempre accese, forse che a Malta non si paga l'elettricità? Hanno forse un cavetto segreto per scroccare alla Sicilia? Cenato la prima sera (e anche la terza) con un ottimo kebab con riso al curry. Camminando si sente l'odore del curry qualche volta provenire da una finestra, fa parte del loro essere maghrebini. In questo estremo confine dell'Europa quasi tutti parlano un po' di italiano comunque. Hanno un volto mediterraneo. Malta è un esperimento d'Europa, cultura e influenze anglo-germanico-francesi frutto delle dominazioni coloniali si fondono con i paesi del Sud in una salsa d'Italia.
Nota: Forse la migliore cosa che ci è capitata nella vita è di essere nati sul Mediterraneo.
Tutte le costruzioni sono in pietra maltese quindi è tutto un po' paglierino intorno, ci sta bene comunque. Diventa suggestivo vedere come le architetture barocche europee non siano nei colori tradizionali, nei colori freddi del marmo e della pietra grigia ma di contro si colorino come un deserto. La Valletta, la capitale, è veramente una bomboniera. La sua intera estensione è pari alla lunghezza del corso di Potenza forse e a me piace vedere come in questi piccoli centri l'uomo preservi la sua umanità e non diventi goccia sperduta nel mare immenso di una metropoli. Forse l'unico neo è che non hanno una cucina caratteristica molto sviluppata, mangiano anatra nel vino rosso. Ho provato un Pastizzi ai piselli (buono ma nulla di eccezionale) e una Ftira (buona ed eccezionale), sono rispettivamente una pasta sfoglia di aspetto simile ad una sfogliatella napoletana ma molto più unta, ripiena di piselli o ricotta, e una specie di panino con tonno, fagioli, peperoni, capperi, cipolla e chi più ne ha più ne metta. Ho mangiato anche un formaggio al pepe, ottimissimo. Ah, c'è un altro neo in realtà: è pieno di italiani, CHE NOIA! Ma come ho detto nei giorni passati, se sono sopravvissuti agli italiani il peggio è passato.
Ho visitato il faro verde del porto della Valletta scavalcando una cancellata, e la Co-Cattedrale di San Giovanni che conserva due Caravaggio e la chiesa di Santa Caterina d'Italia. Sconsiglio i musei, custodiscono robetta solo per spillare soldi ai turisti. Non conservano nemmeno la storia dell'isola, sono piuttosto un ripostiglio di chincaglierie d'argento, per la più bella delle quali non darei più di cento euro. Visita alla città fortificata di Mdina e alle Catacombe di San Paolo di Rabat riadattate a rifugio anti-bombardamento durante il secondo conflitto mondiale e perciò rovinate. La guerra fa anche questo. Visita alle cittadine di Birgu, Isla e Bormla. Bagno alla Golden Bay poco dopo un meraviglioso tramonto. Io e il mare stiamo cercando di fare pace senza grandi risultati da un po'.
L'isola è davvero tutta bella anche se ho visto meno di quanto volessi, qui e lì ci sono cannoni e pare che ogni giorno li facciano tuonare per i turisti. Ho visitato anche Paceville, luogo della movida e della perdizione maltese. Personalmente ci sono andato solo per la perdizione ma essendo un isola dal profondo cattolicesimo in realtà non mi ha fatto molto effetto il loro concetto di perdizione. Fumato lo Shisha ed entrato in due Strip-Club veramente mooolto deludenti, buoni solo per feste di diciotto anni. Malta è un posto dove potrei vivere bene, vale molto di più di quello che costa visitarla. Pensavo che potrei aprirmi un modesto laboratorio per la costruzione di piccole barche di legno e quando sono senza ingaggi mettermi con la chitarra a La Valletta e suonare l'inno di Mameli in mezzo alla strada coinvolgendo gli italiani a unirsi a me e a lasciare una moneta. Guadagnerei bene così. Il sistema di trasporti, mi torna in mente solo ora, mi sembra buono ed incredibilmente economico (biglietto giornaliero 1,50 €).
Sono tornato da Bari a Potenza (che rispetto a Malta ha una escursione termica di 30°) con un passaggio rimediato da una compagnia di attori (che forse non erano attori ma io capisco molto meglio un maltese di un pugliese quando parla) fino ad Irsina, viaggiavano con un peperone legato al collo. All'aeroporto di Malta c'è un pianoforte per chiunque voglia suonare, ci ho strimpellato, la vita è troppo breve per non essere italiani.
Se Malta era in cerca di un titolo un mese e mezzo fa potremmo averlo trovato adesso e potrebbe appunto essere questo. "7 minuti blu scuri" è una piccola frase che mi ha scritto un'amica sulla mano, per dirmi quanto tempo mancasse all'arrivo di un autobus e prendermi in giro sulla mia fissazione per il blu. Il mio viaggio è iniziato da Matera, il giorno dopo che quello in cui aveva vinto la tenzone italiana per la candidatura a Capitale Europea della Cultura. Appena arrivato a Malta già dai primi scalini dell'aereo uno schiaffo di caldo mi ha subito preso in faccia. Umidità incredibile nell'aria, sembra di nuotare. La gente di quel posto - lo scrissi già nella versione precedente - la salva la spinta di Archimede. Già dall'aeroporto ho avuto il mio primo incontro con il maltese, una lingua fatta di arabo mischiato all'italiano del sud. Ho imparato che la "Q" è muta e la "X" si legge "Sch". L'albergo era pessimo, come sempre. Niente WiFi (per questo mi trovo a scrivere ora) e uno speciale televisore che si accende ma non si può spegnere poi. Ciò, notavo già, è molto diseducativo per i bambini a mio dire. Aria condizionata fissa, luci sempre accese, forse che a Malta non si paga l'elettricità? Hanno forse un cavetto segreto per scroccare alla Sicilia? Cenato la prima sera (e anche la terza) con un ottimo kebab con riso al curry. Camminando si sente l'odore del curry qualche volta provenire da una finestra, fa parte del loro essere maghrebini. In questo estremo confine dell'Europa quasi tutti parlano un po' di italiano comunque. Hanno un volto mediterraneo. Malta è un esperimento d'Europa, cultura e influenze anglo-germanico-francesi frutto delle dominazioni coloniali si fondono con i paesi del Sud in una salsa d'Italia.
Nota: Forse la migliore cosa che ci è capitata nella vita è di essere nati sul Mediterraneo.
Tutte le costruzioni sono in pietra maltese quindi è tutto un po' paglierino intorno, ci sta bene comunque. Diventa suggestivo vedere come le architetture barocche europee non siano nei colori tradizionali, nei colori freddi del marmo e della pietra grigia ma di contro si colorino come un deserto. La Valletta, la capitale, è veramente una bomboniera. La sua intera estensione è pari alla lunghezza del corso di Potenza forse e a me piace vedere come in questi piccoli centri l'uomo preservi la sua umanità e non diventi goccia sperduta nel mare immenso di una metropoli. Forse l'unico neo è che non hanno una cucina caratteristica molto sviluppata, mangiano anatra nel vino rosso. Ho provato un Pastizzi ai piselli (buono ma nulla di eccezionale) e una Ftira (buona ed eccezionale), sono rispettivamente una pasta sfoglia di aspetto simile ad una sfogliatella napoletana ma molto più unta, ripiena di piselli o ricotta, e una specie di panino con tonno, fagioli, peperoni, capperi, cipolla e chi più ne ha più ne metta. Ho mangiato anche un formaggio al pepe, ottimissimo. Ah, c'è un altro neo in realtà: è pieno di italiani, CHE NOIA! Ma come ho detto nei giorni passati, se sono sopravvissuti agli italiani il peggio è passato.
Ho visitato il faro verde del porto della Valletta scavalcando una cancellata, e la Co-Cattedrale di San Giovanni che conserva due Caravaggio e la chiesa di Santa Caterina d'Italia. Sconsiglio i musei, custodiscono robetta solo per spillare soldi ai turisti. Non conservano nemmeno la storia dell'isola, sono piuttosto un ripostiglio di chincaglierie d'argento, per la più bella delle quali non darei più di cento euro. Visita alla città fortificata di Mdina e alle Catacombe di San Paolo di Rabat riadattate a rifugio anti-bombardamento durante il secondo conflitto mondiale e perciò rovinate. La guerra fa anche questo. Visita alle cittadine di Birgu, Isla e Bormla. Bagno alla Golden Bay poco dopo un meraviglioso tramonto. Io e il mare stiamo cercando di fare pace senza grandi risultati da un po'.
L'isola è davvero tutta bella anche se ho visto meno di quanto volessi, qui e lì ci sono cannoni e pare che ogni giorno li facciano tuonare per i turisti. Ho visitato anche Paceville, luogo della movida e della perdizione maltese. Personalmente ci sono andato solo per la perdizione ma essendo un isola dal profondo cattolicesimo in realtà non mi ha fatto molto effetto il loro concetto di perdizione. Fumato lo Shisha ed entrato in due Strip-Club veramente mooolto deludenti, buoni solo per feste di diciotto anni. Malta è un posto dove potrei vivere bene, vale molto di più di quello che costa visitarla. Pensavo che potrei aprirmi un modesto laboratorio per la costruzione di piccole barche di legno e quando sono senza ingaggi mettermi con la chitarra a La Valletta e suonare l'inno di Mameli in mezzo alla strada coinvolgendo gli italiani a unirsi a me e a lasciare una moneta. Guadagnerei bene così. Il sistema di trasporti, mi torna in mente solo ora, mi sembra buono ed incredibilmente economico (biglietto giornaliero 1,50 €).
Sono tornato da Bari a Potenza (che rispetto a Malta ha una escursione termica di 30°) con un passaggio rimediato da una compagnia di attori (che forse non erano attori ma io capisco molto meglio un maltese di un pugliese quando parla) fino ad Irsina, viaggiavano con un peperone legato al collo. All'aeroporto di Malta c'è un pianoforte per chiunque voglia suonare, ci ho strimpellato, la vita è troppo breve per non essere italiani.
il lavoro di chi scrive un libro è vivere e sentire. Il saluto per questo viaggio allora sarà "ciao amico senti(te) tanto!"
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